L’uomo scherza con la Natura la quale scherza con l’uomo

Questa storia inizia con la chiusura di una banca e l’apertura di un banco dei pegni in quel di Firenze (dove peraltro sono nati i primi banchi dei pegni, istituzione di credito ben più vecchia delle banche). Davanti alle numerose vetrate ed ingressi di questi esercizi una serie di vasche belle ampie (un metro per tre diciamo) con la parte superiore (alta anch’essa un metro) inizialmente arricchite di cespugli, arbusti e piante anche di un certo pregio. Poi queste micro isole di verde vengono abbandonate a sé stesse, ancor prima del cambio di gestione e proprietà, con il risultato di vederle trasformate, con le stagioni non più buone ma addirittura aride, in vasche di terra secca e piante morte. Ma arriva l’inverno, un po’ d’acqua e alfine un marzo decisamente piovoso ed ecco che, fra tamerici, rosmarini e addirittura alberi di palme oramai completamente secche e morte, apparire un tripudio di erbe, erbette e piante spontanee di varia natura, verdi anzi verdissime che neanche in Irlanda! Non so perché, non sono belle da vedersi, classicamente parlando, ma questa vicenda mi ha messo una grande allegria, quasi una certezza che malgrado le sorti e tristi decisioni dell’umana gente la Natura ci riflette sopra con calma, prende il suo tempo, e alla fine riprende il suo verde corso.

Un pensiero su “L’uomo scherza con la Natura la quale scherza con l’uomo

  1. Si tratta in gran parte di una colonizzazione da parte di vegetazione effimera, destinata a morire con la prossima stagione secca, in assenza d’irrigazione. Esempio tipico di pioniera annuale è il papavero, che vive solo pochi mesi e ogni volta diffonde da seme. I prati stabili, invece, ingialliscono in estate, ma rinverdiscono presto in autunno, perché il loro cotico sotterraneo sopravvivere

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